Forza Varese!!! Alè!!!

Dedicato a mio padre...

Devo confessare che questa riflessione me l’ha ispirata il mio amico Michele. Involontariamente è stato “mio complice a sua insaputa”. Infatti l’unico contatto con l’esterno è stato proprio lui, durante il mio ritiro spirituale del mese ignaziano che sto vivendo qui a Gerusalemme in Terra Santa. Ma non perché ci scambiassimo comunicazioni con il telefonino o via sms. Anzi! Quelli sul Varese sono stati gli unici sms che mi sono arrivati per comunicarmi cosa succedeva là fuori!

Ormai sono in ritiro da quasi tre settimane. Siamo entrati nel culmine del suo silenzio e profondità di meditazione e preghiera. Nelle ultime tre domeniche, con l’impossibilità di avere notizie causa il ritiro, avevo chiesto a Michele, appunto via sms, di mandarmi i risultati della mia squadra di calcio del cuore: il Varese.

Eravamo ormai alla stretta finale del campionato e mancavano appunto le ultime tre partite di campionato regolare. Il Varese era in testa alla classifica e doveva affrontare le ultime battute di un lungo torneo. Le partite rimanenti erano con squadre di bassa classifica e quindi facile da indovinare il risultato. E invece….no!! infatti, ogni domenica, Michele puntualmente mi mandava i risultati finali. Vedevo che i 5 punti di vantaggio sulla seconda classificata l’Alessandria, diminuivano ad ogni domenica. Fino alla penultima partita quando l’Alessandria vinse fuori casa e il Varese pareggiò. Quindi pari e patta!

Punteggio a pari merito! Si ricomincia da capo!! E domenica scorsa era l’ultima partita! Chi vinceva diventava capoclassifica e veniva promossa alla categoria superiore!!

E nell’ultima partita del campionato tutte e due vincono in casa propria. L’Alessandria batte l’Olbia 2 – 0, mentre il Varese vince con il Montichiari 2 – 1 !!

Quindi verdetto finale: il Varese vince il campionato per miglior differenza reti! Bravissimi! Alè Varese!!

Vi chiederete cosa centra il Varese calcio con il ritiro Ignaziano a Gerusalemme, con Michele, con la condivisione con voi. E soprattutto con me! Devo confessare che questa è una passione dalla mia adolescenza! La mia squadra del cuore è sempre stata il Varese! Ormai quasi da quarant’anni! Squadra che ora militava nel campionato di divisione 2. La spiegazione è lunga: Serie C 2 Girone A (Divisone Due). Con la vittoria di questa ultima domenica il Varese passa ad una categoria superiore cioè: Serie C1 Girone A (Divisione Uno). Insomma è come se avessimo davvero vinto lo scudetto o una coppa dei campioni!

Vi scrivo questa condivisione in memoria di mio papà Cesare. Lo ritengo da sempre uno dei Fans più fedeli e costanti che abbia avuto questa squadra. E sarebbe felicissimo a questa notizia! Ora lui riposa in pace da quasi 8 anni. E’ stato lui ad introdurmi a questa passione per il calcio e a questa squadra seppur modesta e di provincia che ha sempre mantenuto alto il suo onore e prestigio. Certo non è mai stata l’Ignis Varese di pallacanestro. Erano stellari gli anni 70-80 per il basket e patron Borghi. E guarda caso anche quest’anno la città di Varese e la sua Provincia ha avuto l’onore e possibilità di esultare e gioire per due promozioni sportive importanti: la Cimberio Varese Basket e il Varese Calcio. Certo per la Cimberio è la serie A dove merita di essere dopo tanti allori e gloria. Ma tutte e due nella stessa annata! E guarda caso entrambe promosse all’ultima giornata. Era destino per Varese ! Eccezionale e irripetibile. Complimenti!

Mio padre amava il Varese. Per oltre 30 anni ha sempre fatto l’abbonamento. Nel mese di Agosto era fra i primi a prenotarlo. Non c’era tempo, malattia o età che lo poteva trattenere a casa. Pioggia, vento, neve, solleone. Era uno dei fedelissimi della Curva Nord. Sempre lo stesso posto per gli stessi anni.

Negli ultimi anni la dirigenza vedendo la sua grande fedeltà d’abbonato, gli concesse l’abbonamento gratuito in tribuna d’onore coperta. Gli anni erano passati anche per lui e l’età avanzava. Che onore appunto!!

Mio padre mi ha lasciato in eredità sin dall’adolescenza questa passione sana che rivivo da sempre ogni volta che la domenica sera finiscono le partite.

Anche a migliaia di chilometri in missione in Africa e in mezzo alle baraccopoli, il mio interesse correva sempre per questa squadra delle ultime categorie calcistiche italiane. Cosa avrà fatto il Varese? Anche se non riuscivo ad avere notizie lontano dall’Italia, quando potevo mi interessavo a come andava la squadra. Per diversi anni è stato mio padre il mio informatore. Poi da quando c’è la tecnologia, via internet. Non il Milan, Inter o Juve o squadroni di alta classifica!! Non ho mai sentito importante sostenere i grandi club. Anzi. Mi sembrava di continuare la mia stessa vocazione missionaria anche nello sport. Scherzando dicevo sempre: “opzione preferenziale e scelta degli ultimi, dei più poveri anche nel calcio”. E molti amici, conoscenti, missionari e tanti altri mi chiedevano per che squadra tifavo in Italia. E quando dicevo che tifavo per il Varese facevano qualche risata oppure mi chiedevano “disprezzando” in che categoria militava. Niente paura…era “l’orgoglio” di appartenere ad una squadra che rappresenta una storia e un passato sano e glorioso. Soprattutto mi ricordavano anni davvero speciali vissuti in Italia e con la mia famiglia.

Mio padre mi ha insegnato e testimoniato con la vita tante cose. Non solo il calcio logicamente. Ma questa passione comune che vivevamo solo noi due in famiglia, ci ha uniti in questo. Non mi ha insegnato solo questo certamente. Educandomi al lavoro onesto, duro, ai sacrifici, all’umiltà, alla dignità del proprio lavoro. A non vergognarsi del proprio ceto sociale. Non tante parole ma i fatti. Anche nella fede. Mia madre prendeva sempre in giro mio padre quando andava allo stadio, anche da solo, quando il Varese perdeva ed era davvero messo male. Ma la “fedeltà” di mio padre mi ha sempre edificato per ciò che vuol dire non demordere e non arrendersi mai. Ed essere fedeli fino in fondo. Anche quando tutti sembrano essere contro di te e non credere in ciò che fai. Certo questo è solo calcio e la vita è un’altra cosa. Ma lo stile nella vita era e rimane importante!! E di sicuro me lo ha trasmesso questo attaccamento e fedeltà che oggi vivo nella mia missione, che sia in Europa o in Africa. Certamente oggi per me la Passione profonda è Gesù Cristo, i poveri e la Chiesa. Ma non posso dimenticare ciò che mi ha formato come uomo e come cristiano. Ma come mio padre, sempre con il sorriso. Crederci sempre!

Anch’io avevo il mio abbonamento. All’inizio gratuito perché ero adolescente. Per alcuni anni fino alla mia giovinezza! Poi quando si diventa più grandi si prendono altre vie con gli amici. Ma la passione quella è rimasta. E andavamo insieme allo stadio. Era una festa, una cerimonia quando ci andavamo. Ci si preparava per bene la domenica mattina. Magari qualche volta anche in trasferta a Como, Novara, Milano, Bergamo. Ricordo con tanto piacere le volte che il Varese segnava un gol. Tanta gioia, emozioni e soddisfazione che mio padre sprigionava in effusioni che non gli avevo mai visto compiere. Ed anch’io imparavo. I commenti, le battute scherzose, i cori della gente comune in quei frangenti sono le cose che più mi piacevano e continuano a piacermi quando assisto ad una partita allo stadio. Lo spettacolo vero e sano dello sport. L’ho rivissuto qualche mese fa quando sono andato al World Social Forum a Belem. Sono andato allo stadio cittadino per la partita del campionato nazionale ed è stato rivivere sentimenti ed emozioni di tanto tempo fa. Osservando e godendo la festa del popolo brasileiro. E poi in Brasile potete immaginare!!

Da adolescente ho cominciato a scoprire e a dialogare con mio padre proprio dallo stadio e dalla stessa passione che ci univa. Ero sicuro che era contento e orgoglioso quando andavo con lui alla partita di calcio.Non aveva molti hobbies o tempo libero perché doveva mandare avanti la famiglia numerosa. E quindi il Varese era diventata come la sua seconda famiglia. E conosceva bene tanti dei giocatori passati in quegli anni e che avrebbero fatto carriera calcando l’erba di stadi importanti. Magari non di persona ma per quello che valevano come persone e come giocatori.

Sapeva star bene con la gente dovunque. E si era fatto anche amici allo stadio. Almeno quelli che erano fedeli come lui. E non erano molti per dire la verità. Infatti qui non stiamo parlando di migliaia di tifosi della squadra. È sempre stato il grande problema delle squadre di provincia. Specialmente quando la squadra non andava bene. Eh sì proprio così! Quando le cose vanno bene in campionato, la gente viene in massa allo stadio e si diverte e sostiene la squadra. Ma quando comincia ad andare male, si è in fondo alla classifica o viene condannato a ripartire dalle ultime categorie di calcio italiani, capite che non è facile esser fedeli. E quest’anno per il Varese non mi risulta però ci fossero le masse ad assistere alle partite!

Eppure mio padre c’è passato dentro tutto questo. Dai tempi in cui la squadra era in serie A negli anni settanta e ottanta, ai vari passaggi in serie B. E poi C, e poi D e giù, giù…… Anni esaltanti con grandi giocatori e un quasi scudetto ad un punto dal Milan. Poi con tante vittorie di campionato in serie B. Grandi giocatori come Anastasi, Carmignani, Bettega, Gentile, Sogliano, Libera, Gorin, Calloni, Bonatti, Andena, Maroso, Rampulla,Martina, Muraro, Salvadè, Maggiora e Pellissier per parlare di un giocatore di oggi! E tanti altri! Ma tanti ottimi giovani che sono passati da questa società intelligente, sana e che investiva sul vivaio, cioè i ragazzi e i giovani.

Prima era scuola di vita! Poi, competizione! Ma a un certo punto il calcio è diventato un business e allora sono arrivati i “presidenti e dirigenti mercenari”. E così il Varese conobbe il fallimento come società sportiva e di fatto. Relegato all’ultima categoria Eccellenza Regionale. Proprio all’ “inferno del calcio”!! E questa è stata realtà. Non come squadre di serie A, senza far nomi, che sono già fallite da un pezzo per i loro affari assurdi di miliardi di euro ma che non vengono mai relegate per motivi di “cassetta, immagine e politici”. Il business uccide il gioco sano e l’educazione alla vita dei nostri giovani! In missione in Africa, ho sempre usato il calcio e altri sports proprio per unire vita e competizione in modo sano, educativo e comunitario.

Eppure mio padre c’era anche quando andava giù! C’è sempre stato in tutti quegli anni. Sia quelli belli che brutti. Dove era facile andare allo stadio a divertirsi con tanta gente e lo stadio sempre pieno. Ma soprattutto quando allo stadio c’erano si e no, cento o duecento persone. Ed eravamo in fondo ai campionati italiani di calcio. E’ vero che Varese città e i varesotti fanno fatica ad ”innamorarsi e essere caldi e passionali” per questa squadra. Da tanto tempo. Forse anche da troppo. È più facile andare a Milano. O tifare Juve, Inter o Milan. E poi è anche più facile per chi ha soldi da investire sostenere grandi squadre per un proprio ritorno di immagine piuttosto che una squadra come il Varese. E infatti anche il nuovo presidente Rosati e la nuova dirigenza che hanno accolto dall’anno scorso la sfida della gestione della squadra, non hanno trovato nemmeno uno sponsor ufficiale da mettere sulle maglie della squadra. E che quindi la sostenesse anche economicamente. Ed erano primi in classifica. Ti puoi rendere conto a che punto siamo arrivati.

L’idea dietro è: Ti dò tanto se tu mi ritorni tanto!! Soprattutto ritornare anche ciò che non si è mai investito!

Per questo dico che questo risultato di domenica scorsa vale quanto vincere uno scudetto in serie A!! Bravi a tutti i giovani giocatori del Varese. Ce l’avete fatta! È stato un’onore sentire il recupero che vi ha distinto in questo campionato. Da ultimi in classifica alla quinta giornata di campionato persa col Como e primi all’ultima giornata!! Davvero un recupero da record! Grazie all’allenatore Sannino che sento è molto focoso e ha collezionato una serie di espulsioni che penso abbia già battuto records da guinness dei primati. Ma la passione e la competenza vincono tutto!

E complimenti al presidente Rosati e agli altri dirigenti che hanno rischiato e investito in una squadra che nessuno voleva. Anche qui si vede la serietà e la visione di chi vuol bene al calcio, ai giovani e ai ragazzi del futuro. Non capita a tutti di vincere un campionato appena arrivati!! E soprattutto complimenti per saper mischiare nel migliore dei modi la passione con la cassa!! E a Sean Sogliano, dirigente ora del Varese e figlio d’arte di un padre che anche lui ha dato molto al Varese. Grazie!

Auguri a tutti voi per il prossimo…..perchè sarà quello del Centenario! Cento anni dalla fondazione della società calcio Varese 1910! E si spera che si ripeta il campionato di quest’anno! Magari con meno sorprese e sofferenze iniziali. Ma partire così e arrivare dove siete arrivati credo che lo sottoscrivereste subito fin da adesso!! Grazie di averci fatto sognare ragazzi! Al prossimo anno……che sia “migliore”!

E grazie a mio padre che sicuramente sarebbe felice se fosse qui! Ma lo è sicuramente in paradiso dove è già andato da tempo. Sono convinto che continua ad essere un tifoso fedele. Questo è con affetto un ricordo per te, per ciò che mi hai insegnato e mi hai testimoniato nella tua vita di uomo e di padre. Grazie di cuore Papà!

E allora continuiamo a sognare un altro anno così! Non si fa di certo peccato! E detto da un prete missionario……… Viva il Varese!! Alè!

P. Daniele Moschetti
Missionario Comboniano