Perchè? La Bibbia, i Vangeli, sono veramente "Parola di Dio" o sono parola del Magistero della Chiesa?
Si condannano le rivelazioni soprannaturali di questo tempo, in quanto non sono conformi alle dottrine ufficiali, ma si tace sulle tante contraddizioni che non possono avallare la sacralità delle Scritture.Il problema è serio e va risolto oltre la linea del silenzio consueta della Gerarchia Ecclesiastica.
Potremmo dire la stessa cosa per i Vangeli.
L'immagine dei testi evangelici scritti di pugno dai discepoli di Gesù o di San Paolo e tramandati fino a noi, grazie all’impegno dei membri della chiesa cristiana risponde in realtà solo ad un cliché del tutto leggendario.
Si possono infatti riscontrare nei Vangeli le seguenti componenti stratificate:
Tradizioni risalenti al messianismo ebraico.
Tradizioni risalenti alle sette cosiddette giudeo-cristiane (in cui possiamo collocare la testimonianza di alcuni seguaci diretti di Gesù), che esistevano originariamente in forma orale o scritta nelle lingue semitiche (aramaico ed ebraico).
Tradizioni orali prodotte dall'insegnamento di Paolo di Tarso, in aperto contrasto coi seguaci diretti di Gesù.
Tradizioni scritte prodotte da seguaci di Paolo di Tarso, che hanno operato in ambienti romani o ellenistici e che hanno scritto in greco.
Correzioni e aggiunte effettuate nel corso dell'opera progressiva di canonizzazione da parte dei Padri della Chiesa.
Ulteriori correzioni e aggiunte successive alle formulazioni teologiche scaturite dal concilio di Nicea, voluto da Costantino nel quarto secolo.
Manipolazioni successive effettuate, nel corso della traduzione dal greco antico alle versioni volgarmente lette nelle lingue moderne.
Ci chiediamo: “Possiamo davvero affermare in coscienza e verità: “E’ parola di Dio”?”
Per dare un'idea del problema che intendiamo affrontare ci sembra utile per i nostri lettori riportare qui di seguito un articolo scritto da Enrico Baccarini l'8 Giugno 2009 in ordine a quella che ormai viene impropriamente definita come “La tomba perduta di Gesù”. Baccarini così ha sintetizzato questo evento:
Autore di questa nuova ri-scoperta è stato il regista di “Titanic” James Cameron , vincitore di ben 11 premi Oscar e, negli ultimi anni, prestatosi al mondo della ricerca storica e archeologica come documentarista attento e scrupoloso. Il suo “The Lost Tomb of Jesus” (La tomba perduta di Gesù), documentario prodotto in esclusiva per Discovery Channel, ha letteralmente imposto a milioni di spettatori la prima presunta prova storica di una sopravvivenza terrena, e di una discendenza reale, di Gesù. Ben presto però ad affondare le convinzioni del regista non è stata la montagna di ghiaccio del Titanic ma il parere di molti e autorevoli archeologi mediorientali e occidentali, come Amos Kloner e padre Michele Piccirillo, che hanno letteralmente dimostrato l’invalidità storico-metodologica, nonché ricostruttiva, delle tesi sostenute da Cameron mentre non sembra parimenti rientrare nel panorama dell’archeologia-patacca, come è stata da molti definita, la scoperta di un seme di dattero germogliato dopo ben 2000 anni e ritrovato durante alcuni recenti scavi condotti presso la fortezza di Masada.