Messaggio a diffusione universale
13.5.1993 (-7)
Cari figli, mentre i petali profumati di una primavera annunciatrice di tempi migliori sembrano vestire a festa la natura che vi circonda, le esalazioni maleodoranti di un potere occulto fuoriescono dalle crepe profonde del terreno che sta franando sotto i vostri piedi.
E in tale putridume ben si distinguono le origini del disfacimento di quanto avrebbe dovuto garantirvi in tutte quelle sfere che ben regolano la vita dell'uomo.
Voi cari figli vi trovate ormai scoperti davanti a tutti, non avete più alcuna protezione e versate nella condizione di chi è ancora sano in un ambiente totalmente infetto. E allora potreste essere contagiati in ogni momento e sarà bene che vi tuteliate fin d'ora poiché l'epidemia letale che ridurrà a ben pochi il genere umano sta per manifestarsi in tutta la sua forza. E quale tutela può essere adottata se non sradicare completamente i semi e le radici stesse prolifere di tanto male?
Cari figli, contro questo drammatico evento umano non esistono vaccini poiché essi sarebbero rivolti ad un vostro personale interesse mentre il Signore vi chiama non tanto ad evitare di essere voi stessi colpiti dal male quanto a vigilare perché i vostri fratelli non ne vengano coinvolti. Ecco perché attualmente altro non c'è da fare che isolare drasticamente gli affetti dal morbo, emarginando da ogni contesto sano anche coloro che pur non essendo malati recano in se stessi il male per altri, costoro vanno obbligati a lasciar libera la casa comune del Signore, Dio del bene, finché in loro stessi non avvenga quella guarigione completa che li riproponga serenamente tra di voi quali fratelli perduti e poi ritrovati.
Cari figli, quanto si sta verificando prevede certo un gran numero di esiliati, ai quali non va applicata una pena nel senso stretto della reclusione giacché se i corpi si possono limitare nei movimenti questo non è possibile per il pensiero, per lo spirito, fonti generatrici del male o del bene, e allora nella previsione che tende a farvi vivere il tempo di Giusto, il Figlio di Dio tornato tra di voi è necessario modificare quelle consuetudini sociali che male hanno provveduto al vostro benessere.
L'uomo è creatura di Dio e gode della libertà avuta direttamente dal Padre Celeste, gode di tale libertà anticipatamente alle sue cadute ben previste nel piano divino e non ostacolate ma solo circoscritte quali opere del maligno mediante l'insegnamento che si esprime nel Verbo. E nel Verbo va vista l'isola degli esiliati, dei malati, dei contagiosi, perché nel Verbo ciascuno ritrovi la terapia più adatta e torni sano nell'anima.
Perciò, cari figli, convertite in voi il desiderio di riconoscere nella punizione la giustizia divina, pensate piuttosto voi a conquistare il premio conseguenza della stessa giustizia che deve esprimersi verso coloro che sono caduti, nel senso del sostegno, che possa veramente risollevarli. Niente sbarre dunque, ma pareti trasparenti che isolino il male e alimentino le speranze dei moribondi a rientrare nel mondo dei sani, pareti fatte di buone parole, di insegnamento cristiano, pareti dipinte dal candore della carità e fondate sulla saldezza dell'amore. Porte aperte e non chiuse per chi deve recuperare la propria dignità ed umiltà in quell'avvicendamento che dispone per tutti le funzioni stabilite da Dio.
Cari figli, è tempo ora di procedere per adottare con la massima fermezza, non odio, fermezza, determinazione, tutte quelle misure che debbono garantire prima ancora di voi stessi, la conversione di quelle anime che rischiano il fuoco dell'eternità. Porte spalancate all'amore, cuori disponibili a cancellare ogni errore che pur rimane sottoposto al giudizio insindacabile di Dio, unico e vero giudice che possa alzare la sua mano sulle creature vittime del peccato.
Cari figli, tra poco tutti, indistintamente, si troveranno a dover subire le conseguenze dell'opera del maligno ma sappiate che Satana si sconfigge con le armi opposte alle sue ed ecco perché contro l'urlo della vendetta voi opporrete il canto del perdono, contro l'odio inneggerete all'amore, contro la sordità voi manifesterete all'infinito il vostro ascolto e in tal modo vi troverete ad essere autori della vita contro il desiderio di morte espresso dal re delle tenebre.
Questo vostro povero paese appare oggi nudo, scoperto totalmente nelle sue vergogne, ma ciò non deve scatenare in voi il senso dello scandalo bensì la spinta spontanea del soccorso verso chi ha perduto gli abiti del pudore ma non rifiuta di indossare la tunica povera del primo passante generoso.
Questo sia, cari figli, il vostro atteggiamento verso i fratelli caduti nella trappola diabolica, non ricordate la protervia che il loro potere ha imposto su di voi, cercate piuttosto se nel loro cuore, che pure hanno, c'è ancora uno spiraglio di umanità, di cedimento, di pentimento, e attraverso quella fessura, semmai la trovaste, invocate il passaggio della potenza di Dio risanatrice di ogni male. Amore sia la vostra parola d'ordine e constaterete lo schiudersi delle porte più ostili corazzate nell'odio ma sensibili a quell'unica e preziosa chiave forgiata nel cuore di chi sa amare.
Vi benedico.
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